Fisioterapia manuale


La Terapia Manuale muove la propria ricerca ed il proprio sapere nel campo della fisiologia neuromuscolare e di quella dell’apparato locomotore strutturando il proprio contenuto in tre grandi fisiologie :

1 Quella della “Fascia”
2 Quella dei micromovimenti articolari
3 Quella della funzione statica.

La terapia manuale può essere riconosciuta come la sintesi di due conoscenze complementari e distinte: la conoscenza osteopatica e quella posturale, aventi per oggetto problematiche di tipo osteopatico e problematiche di tipo statico. Entrambe si ritrovano nella medesima causa che è quella della tensione muscolare, vero motivo di compensazioni che altro non sono se non il riflesso di un problema originario e primitivo su cui va incentrata l’attenzione del terapista.

Come una macchina con i suoi intoppi, così il corpo umano si pone agli occhi del terapista, il quale si intende nel senso di un riparatore della meccanica umana , e, si badi bene, non una meccanica sulle grandi masse, ma una meccanica di precisione.

L'ESAME OSTEOPATICO

L’esame osteopatico è quel tipo d’esame che va alla ricerca della lesione primaria. Esso costituisce la parte più difficile perchè richiede da un lato una grande conoscenza della fisiologia e dall’altra una considerevole sensibilità tattile. Cerchiamo di porre da subito una distinzione tra lesione statica e lesione dinamica: la prima sara' sempre una lesione di compensazione, la seconda sara' conseguenza di traumi o grandi movimenti dinamici. Elemento stutturale dell’esame osteopatico è la palpazione, la quale deve essere leggera e fatta di piccoli spostamenti esaminando successivamente la micromobilità dei vari settori. Ecco allora il cuore dell’esame osteopatico che e' il test di mobilita', il cui esito si forma su numerosi altri test che si confrontano e si verificano tra loro.

Cosa importante e' quella di non fidarsi della sede di dolore, la quale può avere sì una funzione indicatoria, ma che sempre sarà un’indicazione secondaria da poi interpretare.

LE CORREZIONI ED IL TRATTAMENTO DELLA FASCIA

Le correzioni, seguenti la diagnosi, sono correzioni dolci realizzate nello spazio della fisiologica mobilità articolare. Per vincere la tensione apportatrice della lesione è necessario andarci cauti perchè una manovra brusca comporterà un’esasperazione della tensione in atto per una reazione di difesa del tessuto malato

Preparazione fasciale
Correggere una lesione osteopatica significa eliminare la tensione con una previa preparazione della fascia. Questa preparazione risiede nella tecnica dei pompaggi.

Scopi dei pompaggi

1) Scopo circolatorio, vista la notevole importanza che la fascia acquisisce nel movimento dei fluidi. Un blocco fasciale con arresto del movimento può provocare una stasi di liquidi ed il pompaggio in questo caso avrà il duplice fine di liberarere i blocchi e le stasi.
2) Rilassamento muscolare. Sono molto efficaci nelle retrazioni e nelle contrattuure di ogni giorno.
3) Azione sulla degenerazione cartilaginea con azione a livello articolare. Per tramite della decoaptazione articolare si decomprime l’articolazione in modo da fluidificare quel tessuto privo di qualunque apporto ematico che è appunto la cartillagine.

La tecnica del pompaggio

1° -Mettiamo in tensione il segmento lentamente e progressivamente sin quando non sentiamo il termine dell’elasticità fisiologica ; mai superare la fisiologia della tensione , inoltrandosi nella trazione , perchè ciò porterebbe ad una retrazione riflessa . Pian piano si vedrà la fascia cedere con un’amplificazione progressiva dell’allungamento .
2° - Manteniamo la tensione con tempi diversi a seconda dello scopo :
* Per uno scopo circolatorio la tensione sarà mantenuta per qualche secondo ,sino a che la mano non si sentirà ritirare.
* Nei pompaggi articolari, la decoaptazione sarà funzionale al tempo di nutrimento e di fluidificazione della cartillagine, che in genere si aggira tra i 15 ed i 20 secondi.
3° -Allentiamo la tensione, ritornando al punto di partenza.
* Nei pompaggi articolari, esso costituisce il tempo principale, con il terapista che resiste parzialmente al ritorno fasciale in modo da porre a lavoro il tessuto. E' proprio in questa fase che si vincono i blocchi e le stasi di liquido.
* Nei pompaggi muscolari anche il ritorno sarà lento tale da impedire una retrazione riflessa.
* Nei pompaggi articolari, il ritorno non riveste molta importanza .

Le correzioni

Abbiamo tre tipologie di correzione :
1° -La correzione strutturale è la più usata. Il senso è quello di portare l’elemento osseo nella direzione opposta alla lesione. Si porta prima l’articolazione al limite della correzione nella presa tra due blocchi, poi successivamente si corregge la lesione con un micromovimento rapido ma non brusco che forza la tensione lesionale.
2° - La seconda si comporta in maniera del tutto opposta alla precedente portando l’elemento mobile nel senso della lesione.
3° - La tecnica sensoriale utilizza la respirazione come strumento di correzione.

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